Uno è alla diciottesima partecipazione al Giro d’Italia, l’altro è all’esordio. Uno ha esperienza da vendere, l’altro “non so cosa aspettarmi”.
Domenico Pozzovivo, 41 anni. Giulio Pellizzari, 20 anni. In mezzo, quasi una generazione.
In casa Bardiani CSF – Faizanè la vigilia del Giro d’Italia ha attese diverse.
“Siamo un gruppo motivato, anche io sono molto motivato”, dice Domenico che, come sempre, andrà a caccia di tappe, con un occhio alla generale. Ha sicuramente la consapevolezza di essere un punto di riferimento forte per i giovani del gruppo.
Dei diciassette Giri corsi, quale ricordi con maggior piacere?
“Quello del 2008, il primo in cui centrai la top ten. Forse in quell’anno qualcuno dei miei compagni di squadra non era ancora nato”. Ride.
Giulio, gioiellino di Camerino, cresciuto pian piano e reduce da belle prestazioni al Tour of the Alps, sa di essere un osservato speciale.
“I compagni mi hanno anticipato che sarà durissima, quasi un suicidio”.
Però si è visto che non hai timore di attaccare.
“Sì, ma rispetto alle corse che ho affrontato finora, questa è di tutto altro livello e tre settimane sono lunghe. Però sono giovane e sono rilassato. Spero di fare qualcosa di buono e di arrivare a Roma”.
Hai detto che il tuo obiettivo è vincere una tappa. Nessun pensiero alla generale e alla maglia azzurra?
“Sicuramente è troppo presto per la classifica generale. La maglia azzurra potrebbe essere più alla portata, ma vedremo come andrà tappa dopo tappa.”
Oggi Giulio sa che deve migliorare un po’ in tutto, a cronometro e a limare in gruppo, dice.
Ma come ti vedi tra qualche anno?
“Penso al presente, i presupposti ci sono, ma sarà la strada a dare le risposte”.
Prima della partenza per Torino, i suoi tifosi gli hanno portato a sorpresa davanti casa uno striscione con su scritto “Forza Giulio” e gli hanno dato appuntamento alla tappa Foligno-Perugia dove giungeranno per fargli sentire il calore del tifo marchigiano.
Laura Carletti