Nizzolo, campione italiano 2020. A Cittadella il brianzolo è di nuovo tricolore.

Lo scenario scelto a Cittadella, quello di Porta Vicenza, era davvero bello. Un podio scenografico aspettava i corridori per foto e inquadrature stile premiazione finale del Tour sui Campi Elisi. Ma c’era così tanta gente sullo sfondo, pur zoommata e per questo non  per forza accalcata in assembramento, che sembrava un mercato. Sicuramente ha importato poco di tutto questo a Giacomo Nizzolo, NTT  Pro Cycling, che è salito sul gradino più alto, senza badare ai fronzoli estetici. Bravo a tenere botta sulla Rosina fino alla fine, bravissimo a scegliere il tempo in volata per passare sul traguardo Davide Ballerini di quel che basta per chiamarla vittoria netta, una ruota. Col dubbio, lì per lì, che quello sfogo sul manubrio, quelle due impennate di rabbia, non siano costate il tricolore al corridore della Deceuninck-Quick Step. Molto probabilmente no. Completa il podio Sonny Colbrelli che si è trovato davanti negli ultimi 200 metri e, anticipando la volata, si è poi visto passare dai due bolidi.

È venuta fuori una bella corsa, su una distanza di 253 chilometri da Bassano del Grappa a Cittadella, liberamente ispirata al Fiandre. Metti la salita della Rosina, 2 km al 7% da ripetere 12 volte e, prima dell’ultimo giro, la Tisa, uno strappo in pavè di 350 metri al 15%, ed ecco che hai il percorso di una classica monumento. Infatti, non lo nasconde Pippo Pozzato che, all’esordio nel ruolo di organizzatore, ha esaudito il sogno di aver portato il campionato italiano in Veneto e punta all’obiettivo di riproporre la corsa negli anni come una classica fissa nel calendario ciclistico.

Dopo una fuga iniziale di 27 uomini, il gruppo si ricompatta e la selezione c’è stata sulla Tisa dove rimangono in 7 al comando: Nizzolo, Ballerini e Bagioli, Colbrelli, Oss, Canola e Formulo, il campione uscente. L’ultima Rosina Bagioli la fa a tutta in testa per evitare scatti, ma in discesa e lungo il falsopiano successivo qualcuno rientra, come De Marchi, Ulissi e Nibali. Proprio questi tre provano le loro carte  con qualche allungo più o meno deciso, ma è sempre Bagioli che tiene la corsa chiusa e riporta sotto il gruppetto per gustarsi la volata finale del compagno di squadra, Ballerini.

Nizzolo, 31 anni, già campione italiano nel 2016, con questa vittoria importante vorrebbe lanciarsi in una stagione da ricordare: “Dopo tre anni non facili, spero di godermi questa maglia più della prima”. Infatti, il tricolore conquistato a Darfo Boario Terme lo sfoggiò nel corso del 2016 con qualche discreta soddisfazione, ma l’anno successivo passò quasi nell’anonimato per via di una tendinite che lo rallentò nella prima parte di stagione.

Sul circuito veneto, tra un giro e l’altro, l’avevano pure dato per ritirato perché, a seguito di una caduta, intorno a metà gara, è stato costretto a un cambio bici e ne ha presa una senza transponder. Invece c’è ed è festa grossa a Porta Vicenza.

Laura Carletti