Purosangue. Cunego si racconta

Bologna. Le partenze ancora si susseguivano velocemente da Piazza Maggiore. Il conto alla rovescia, ogni minuto, scandiva il via dei 176 corridori verso San Luca, il via a cronometro del Giro d’Italia 102. Si gettavano uno a uno nell’abbraccio dei tifosi come api nei fiori, tra le note di Dalla e gli applausi. Ma intanto, dalla parte opposta di Via Indipendenza, in fondo a tutti i famosi porticati, ci si preparava per un altro evento. Un evento da presenziare, se non altro come segnale di rispetto e stima per un corridore che da poco è diventato un ex, come riconoscimento per le emozioni che con le sue fatiche ha fatto vivere durante la sua carriera a chi voleva e vuole bene al ciclismo. Al Dynamo Velostazione Damiano Cunego presentava il suo libro autobiografico, “Purosangue. Il piccolo principe, un campione a pane e acqua” scritto insieme a Tiziano Marino per Baldini+Castoldi.
Gomiti larghi per farsi spazio tra la folla e si lascia lo scenario della corsa.

Il Dynamo Velostazione è un bellissimo spazio urbano dedicato alle bici, per noleggio, parcheggio, officina, deposito bagagli e non solo: un modello da esportare in ogni città. Il tutto condito da angolo bar e giardinetto antistante. Qui sono già pronti gruppi di giovani tifosi del piccolo principe, reduci di trasferte al suo seguito. Quando arriva, Damiano firma maglie Saeco e Lampre per la gioia di chi a casa le metterà in bacheca. Poi, comincia un gradevole botta e risposta con Tiziano Marino, promotore e curatore del libro, la cui prefazione è a firma del ct Davide Cassani.

È un libro piacevole per tutto il pubblico, non solo per gli esperti di ciclismo” dice Marino. “Damiano era il mio idolo. Io vivevo a Los Angeles e gli mandai un messaggio su whatsapp per chiedergli se gli piaceva l’idea di un’autobiografia”.

E volete sapere cosa ha fatto Damiano?
Sono andato in vacanza a Los Angeles con la famiglia. Poi ogni pomeriggio ci vedevamo con Tiziano e mi dedicavo ai racconti”.

Il libro è frutto di 12 ore di interviste e dei diari che Damiano ha tenuto durante gli anni della sua carriera.
Si parla di quando ero ragazzino, dell’esordio in bici a 15 anni, delle vittorie più belle, della fine della carriera e anche del futuro”.

Naturalmente sono tanti i ricordi legati al Giro del 2004. Damiano, reduce da una primavera piena di successi, arrivò comunque a quel Giro d’Italia come outsider per aiutare Simoni e invece quel Giro lo vinse. Quattro vittorie di tappa: Pontremoli, Montevergine e poi le due tappe spettacolari di Falzes, in cui si riprende la maglia rosa, e Bormio 2000. Damiano ripercorre brevemente gli eventi, con memoria vivida, la competizione con Simoni, il dualismo montato dai media e in fondo, il rispetto che ancora oggi li lega.
Per quel che riguarda le corse in linea, Damiano si è portato a casa tre Giri di Lombardia, un Amstel Gold Race e tanto altro, per un totale di 51 vittorie.

“Ma qual è invece il più grande rammarico della tua carriera”? Chiede Marino.
I miei secondi posti. Al mondiale di Varese nel 2008, al campionato italiano 2009 e al Tour del 2006, su un traguardo monumento come quello dell’Alpe d’Huez, dietro a Frank Schleck.

Poi si guarda al titolo del libro: “Purosangue”.
È un titolo che mi piace molto e mi rappresenta. Ho sempre affrontato lo sport, così come la vita, con grande onestà e oggi posso guardarmi serenamente allo specchio”.
Sappiamo tutti che i riferimenti sono ai problemi del ciclismo di quegli anni e non dimentichiamo il motto “Doping free” che Damiano lanciò come messaggio al movimento. Un messaggio che ancora passa oggi attraverso questo libro, in cui sono riportate anche importanti testimonianze di stima da parte dei suoi ex compagni.

Le domande dei tifosi sono una valanga.
A quale corridore del passato ti sei sentito vicino?
A Marco Pantani. L’ho conosciuto dopo i fatti del ’99. Ricordo un ragazzo gioviale, ma anche molto segnato dagli eventi. Poi a Jan Ullrich, ai compagni Tonti e Mazzoleni. A Bartagnolli, che ha avuto per me parole importanti”.

Un pronostico per il Giro 2019?
Tutta Italia spera in Nibali, ma credo che anche Dumoulin sarà un sicuro protagonista. E poi, chissà, magari qualche giovane potrà far bene.

Il libro parla anche della nuova attività di Damiano.
Ho concluso la carriera nell’estate 2018 e ho cominciato l’attività di personal trainer. Mi sono accerchiato di poche persone, ho lanciato il mio marchio, il mio sito e seguo già dei ragazzi”.

Si sta comodi, si beve, il sole accecante è calato. Una serata che potrebbe durare una vita. Sul San Luca sono arrivati tutti e Roglic è la prima maglia rosa.

Torno a Roma e vado a comprare “Purosangue”. Sono in una delle librerie centrali più note. Non lo trovo, lo chiedo.
Ancora non è esposto, è arrivato stamattina. Glielo vado a prendere”.
Sono la prima. Se siete un po’ nostalgici e avete voglia di una bella storia, ora tocca a voi. Buona lettura.

Laura Carletti

 

Pirata. Vi racconto un sogno 15 anni dopo

Siamo stati in lutto come per un parente. Lui era così. Piangevamo senza farci vedere. È durata tanto. Poi una notte mi è venuto in sogno.

Camminavamo sulla strada in discesa. Una strada di montagna. Lui alla mia destra; a sinistra gli alberi, addobbati con festoni rosa. La strada era d’asfalto grezzo e rovinata, con uno strato superficiale di sassolini che scrocchiavano sotto i nostri passi. Per il resto era solo silenzio. Abbassando lo sguardo vedevo le sue scarpe sportive e i jeans, erano chiari. Poi mi ha parlato.

Solo una frase, che tuona ancora nella mia mente ogni volta che penso a lui. Una frase di rassegnazione, sospesa, che lascia tanti interrogativi, ma forse dall’intento consolatorio. Mi ha detto solo:”È andata come è andata“.