Il sogno di correre la Dakar

Un post condiviso da SS/ Arkaçanta (@arkacanta) in data:

Bisogna chiamare le cose per quello che sono. Per evitare territori africani poco sicuri, ormai da un decennio si corre in Sud America: quest’anno chiamiamola Lima-Cordoba perchè parte da Lima e non da Parigi e arriva a Cordoba e non a Dakar. Invece continuano a chiamarla solo Dakar e tra gli hashtag spunta anche #DakarArgentina. Una confusione spaziale.

La Lima-Cordoba è partita il 6 gennaio e si è conclusa il 20 dopo aver attraversato dune, altipiani e montagne per quasi 9000 chilometri, dal freddo della Bolivia ai 45 gradi dell’Argentina. Hanno partecipato 337 equipaggi, per un totale di 525 concorrenti provenienti da 54 paesi: 190 fra moto e quad, 105 auto e 42 camion. Gli italiani al via erano 21, sono arrivati in 6. Il migliore tra loro è stato Jacopo Cerutti, ventesimo con la sua moto Husqvarna. Gara vinta dall’austriaco Matthias Walkner con 16 minuti sull’argentino Kevin Benavides.

Con la moto voleva partecipare anche il portoghese André Villas Boas ma poi, per il troppo tempo dedicato all’allenamento dello Shanghai e il troppo poco tempo dedicato al suo allenamento in moto, ha ripiegato su un’auto Toyota in compagnia dell’esperto Ruben Faria. E così, lasciata la Cina per vari motivi, lo storico vice di Mourinho ha realizzato il suo sogno della Dakar. Come fece lo zio Pedro, che partecipò due volte. Anche André forse riproverà il prossimo anno, visto che già al termine della quarta tappa è arrivato il ritiro per dolori alla schiena. Vince invece la classifica finale auto lo spagnolo Carlos Sainz, del Team Peugeot, con tre quarti d’ora su Al-Attiyah. E come dicono i telecronisti bravi “via via tutti gli altri”.

Laura Carletti